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Documenti d’archivio ci raccontano del casale di Lucignano come di un ridente casale, molto abitato, con ben tre edifici di culto: San Felice, San Pietro e San Simeone. Di quest’ultimo rimane il nome di una contrada limitrofa. Soltanto a partire dal Quattrocento l’area inizia ad essere chiamata con la denominazione attuale "Due Torri". L’elemento più antico è costituito dalla torre quadrata, databile entro il XIII secolo. Si tratta di una torre di avvistamento posta a difesa del casale. La torre di Lucignano non era isolata ma collegata con le vicine Torre la Monaca e Madonna della Grotta, entrambe disposte sul medesimo asse rettilineo della nostra. Sul muro esterno si aprono una stretta feritoia e alcune monofore, delle piccole finestre coronate da un archetto, poi chiuse in età moderna. La parte superiore, con molta probabilità in origine decorata da merli, è crollata in un momento non precisato e sostituita da un muretto. Accanto alla torre, una chiesetta medievale dedicata a San Felice, più volte rimaneggiata all'interno nelle decorazioni. L’ingresso principale all’edificio di culto si apre nella torre mentre un secondo ingresso è posto lateralmente, sul lato nord. Sia la torre che la chiesa annessa sono realizzate con conci di pietra calcarea ben squadrati, tipici della zona. Particolarmente significativa dal punto di vista storico-artistico la bifora che si affaccia sul cortile meridionale. La finestra esprime caratteristiche proprie dell’arte romanico-pugliese del pieno Duecento. All’originario insediamento medievale furono aggiunte nuove strutture ad uso agricolo ed alcuni ambienti residenziali costruiti con conci di tufo, a coprire un vasto ipogeo sottostante. L'ingresso attuale della masseria si apre lungo la Strada Provinciale 1. Percorso un lungo viale, si giunge al complesso di costruzioni, databili per la loro configurazione architettonica tra i secoli XVIII-XIX. Il frantoio voltato a botte ospita ancora oggi un torchio in legno con due incisioni: un simbolo a forma di fiore a tre punte inscritto entro un semicerchio e la data 1871, a dimostrazione della continuità d’uso del frantoio in questa data. Da questo ambiente si aprono scale, piuttosto deteriorate, che conducono agli ambienti residenziali del piano superiore, più recenti. Sul lato occidentale, la costruzione si affaccia all'interno di un cortile recintato, monitorato da due garitte angolari sulle quali si aprono feritoie. Si tratta di due torrini di vedetta addossati al muro esterno. Sul terrazzo della palazzina che affaccia nel cortile interno si trova un campanile a vela, struttura aperta ai venti mediante un archetto. Il toponimo "Due Torri" lascia presupporre l’originaria presenza di una seconda torre ormai distrutta. Nel 1753 la famiglia Gironda entrò in possesso della masseria e dei relativi terreni. La casata di origine francese, residente nell’omonimo palazzo rinascimentale ubicato in Bari vecchia, giunse in Puglia nel XIV secolo al seguito di Carlo I d’Angiò, stabilendo fissa dimora a Bari sul finire del Quattrocento. I nuovi proprietari della masseria cambiarono la dedicazione della chiesa da San Felice a San Nicola, probabilmente a seguito della loro “baresizzazione”.