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Descrizione
Domenico Caputi, della famiglia Rübasteinon detta "Caputi di Ruvo", fece costruire questo palazzo nel 1592. La struttura si sviluppa su tre piani e ha una superficie di oltre mille metri quadrati. L’esterno, molto simile a palazzo Avitaia, presenta una facciata tripartita caratterizzata dal bugnato liscio. All’interno si apre un atrio rettangolare, parzialmente coperto con volta a botte e con delle lunette che terminano con dei capitelli, decorata con stucchi dorati tipici del rococò. Sull’atrio si sviluppa un’ampia ed elegante loggia. Degna di nota la balaustra, che si affaccia nella parte scoperta dell’atrio, sorretta da mensoloni decorati a bassorilievo. Dall’atrio vi è l’accesso all’antica cappella di famiglia, qui è inoltre presente un frammento lapideo costituito da un’epigrafe funeraria, forse parte della ricca collezione Caputi, composta da reperti archeologici del periodo magnogreco, oggi dispersa. Dal 1792 fu annesso a questo edificio il palazzo attiguo, sempre di proprietà della famiglia Caputi. Nel 2014, dopo circa 6 anni di restauro, palazzo Caputi è stato consegnato alla cittadinanza con la sua nuova funzione di "Casa comunale della cultura", destinato ad essere un importante spazio espositivo connesso con il Museo del Libro collocato al primo piano, dove sono custoditi 400 volumi del Cinquecento e oltre 5000 volumi datati tra il Cinquecento e l’Ottocento, esito di donazioni pubbliche e private e di fondi conventuali.