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Descrizione
Al piccolo edificio di culto intitolato a San Martino si accede attraverso una piccola porta che si affaccia su strada dei Bianchi-Dottula. L'interno è suddiviso in tre navate: quella centrale è delimitata dall'abside. Scavi archeologici condotti negli anni Settanta del Novecento hanno portato alla luce un ipogeo bizantino databile tra il IX e l'XI secolo. In questo ambiente sotterraneo è possibile ammirare i resti della pavimentazione originaria, il sepolcro in pietra del prete Smaragdo (nome tipicamente bizantino), gli affreschi dell'Arcangelo Michele e di un santo vescovo di difficile interpretazione. La chiesa medievale fu restaurata nel corso del Settecento quando fu trasformata in cappella di palazzo. A questo secolo si data l'altare maggiore con la tela di San Martino e il povero.