Info
Mobilità
Multimedia
Virtual tour
Video
Descrizione
Anticamente il monumento era anche indicato con il nome "Porta della Marina", per via del suo aprirsi sulla strada che collegava la città al mare. La notizia più datata sull’esistenza della porta Baresana risale al 1348 nell’ambito del conflitto per la successione dinastica fra la regina Giovanna I ed il cognato Luigi d’Ungheria. Bitonto si schierò a favore dell'ungherese. Dalle cronache di guerra sappiamo che, durante il conflitto, Porta Baresana fu seriamente danneggiata. L’attuale aspetto del monumento si deve agli interventi avviati in età moderna, periodo in cui fu rifatta in stile tardo-rinascimentale. Il prospetto principale che si affaccia su piazza Marconi è caratterizzato da un arco a tutto sesto percorso da un motivo a bugne, fatto di pietre sporgenti disposte una accanto all’altra. Nella fascia che sormonta l’arco trova collocazione la Predella dei santi patroni di Bitonto, un dipinto su tavola che raffigura i protettori della città proclamati dal Medioevo al Settecento. Il dipinto attuale è una copia fedele dell'originale olio su tavola di abete che si conserva presso Palazzo Gentile. Sul dipinto campeggia lo stemma sabaudo e, più in alto, l'orologio civico di contemporanea fattura. Nel 1834 sulla sommità fu collocata la statua in pietra dell'Immacolata, patrona della città, in occasione del primo centenario della "battaglia di Bitonto" del 26 maggio 1734. La storica battaglia, combattuta nei pressi della città, tra l’esercito spagnolo e quello austriaco, fu decisiva nell’ambito della conquista borbonica delle Due Sicilie. Si concluse con la vittoria degli spagnoli e portò il Regno di Napoli sotto il dominio di Carlo di Borbone. Il generale Montemar, a capo dell’esercito spagnolo, volle punire Bitonto per essersi alleata col nemico austriaco, facendola saccheggiare ma, la tradizione locale vuole che gli sia apparsa la Madonna Immacolata intimandogli di risparmiare la città. La città fu così salvata e da allora l’Immacolata è la patrona di Bitonto.