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Descrizione
Il nome della città deriva dall’espressione latina locus qui dicitur Rotundus (luogo dalla forma circolare) presente in un documento del 1195, anno in cui si attesta un edificio di culto dedicato a San Giorgio. Nel XIII secolo Locorotondo era una "grancia", ossia una sorta di azienda agricola dipendente dal monastero di Santo Stefano di Monopoli. Dai documenti sappiamo che intorno alla chiesa di San Giorgio c'erano numerose strutture ad uso agricolo: un forno, un mulino, un palmento, cioè una larga e poco profonda vasca utilizzata per la pigiatura e la fermentazione dei mosti, un trappeto, ovvero un frantoio per la produzione dell’olio, e diverse stalle. Nel XIV secolo Locorotondo entrò tra i possedimenti dei cavalieri Gerosolimitani. Nel corso del XV secolo il feudo passò a Maria d’Enghien e poi al figlio Giovanni Antonio Del Balzo Orsini. Al XV secolo risale anche la fondazione della chiesa della Madonna della Greca, restaurata nel secolo successivo per volere del barone Ottaviano Loffredo. La configurazione urbanistica attuale del centro storico è il risultato di numerosi interventi dal Medioevo all'Ottocento. L'abitato medievale è suddiviso in piccole unità-isolati disposti a raggiera dentro un perimetro quasi perfettamente circolare. Al centro del paese si erge la chiesa Madre di San Giorgio. Passeggiando nel centro storico, è possibile ammirare le cosiddette cummerse, tetti spioventi, non conici come i trulli di Alberobello, ma costruiti con le stesse "chiancarelle", le pietre calcaree rettangolari dal colore grigiastro che rivestono i trulli.