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Descrizione
Costruito fra il 1925 e il 1935, il palazzo dell'Acquedotto Pugliese, progettato dall’ingegnere Cesare Brunetti di Ravenna, si impone nel borgo murattiano per la maestosità dello stile architettonico ispirato al romanico pugliese. Fu commissionato dall’Ingegnere Gaetano Postiglione - Regio Commissario dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese - affinché fosse perenne testimonianza della storica conquista dell’acqua, ma anche sede degli uffici tecnici e amministrativi dell’Ente. L’esterno del palazzo, con i quattro piani rivestiti in pietra di Trani, contiene elementi architettonici chiaramente ispirati al vasto patrimonio civile e religioso locale. Le massicce mensole a dentelli, su cui poggiano il balcone d’angolo tra via Cognetti e via Fiume e quello che sovrasta il portale d’ingresso, evocano alcuni elementi della facciata di Santa Maria del Casale a Brindisi, una delle chiese più importanti della regione, che fornisce spunti e riferimenti decorativi non soltanto architettonici. La progettazione degli ambienti e degli arredi è opera di Duilio Cambellotti, che donò al palazzo uno stile caratteristico, rigoroso e gaio allo stesso tempo, rendendolo un “monumento” all’acqua. Il lavoro di Cambellotti vede diverse fasi che comprendono la progettazione di alcune sale, della decorazione pittorica, degli arredi, della pavimentazione, degli impianti di illuminazione, ma anche delle maniglie e dei tappeti per gli ambienti di rappresentanza al primo piano e per l’appartamento del Presidente al secondo. Negli ambienti di lavoro e negli appartamenti privati dell’edificio, Cambellotti riprende temi a lui cari come il lavoro femminile, le fontane, i cavalli che si dissetano alle fonti, inventando interessanti connubi tra il romanico pugliese e il déco. Un’eccellente testimonianza dell’inventiva dell’artista e dell’altissima qualità delle sue maestranze è l’ingente patrimonio di mobili, conservatosi quasi integralmente. Le scrivanie per la Sala del Consiglio e per lo Studio del Presidente sono da considerarsi originali nella forma e nella decorazione: raffinata la prima, con il piano ovale intarsiato, posato su una base ad archi; possente l’altra, che nella parte centrale semicilindrica, richiama chiaramente i pulpiti romanici in marmo scolpito. Gli intarsi in legno e in madreperla suggeriscono ancora schematizzate raffigurazioni di alberi di ulivo, di donne con anfore e di scorci prospettici di Bari. Il palazzo dell’Acquedotto di Bari è ancora oggi la sede istituzionale dell’Ente, ma è anche aperto alla cittadinanza per visite guidate, mostre temporanee e attività culturali.